"...Non possiamo cambiare neppure una virgola del nostro passato, nè cancellare i danni che ci furono inflitti nell'infanzia. Possiamo però cambiare noi stessi, "riparare i guasti", riacquisire la nostra integrità perduta. Possiamo fare questo nel momento in cui decidiamo di osservare più da vicino le conoscenze che riguardano gli eventi passati e che sono memorizzate nel nostro corpo, per accostarle alla nostra coscienza. Si tratta indubbiamente di una strada impervia, ma è l'unica che ci dia la possibilità di abbandonare infine la prigione invisibile - e tuttavia così crudele - dell'infanzia e di trasformarci, da vittime inconsapevoli del passato, in individui responsabili che conoscono la propria storia e hanno imparato a convivere con essa..." (Alice Miller)


"No, non sono andato da uno psicologo, nè intendo andarci. Sono un uomo fatto e finito. Non amo farmi dare consigli, sono ormai fuori dalla portata di qualsiasi consiglio."
(J.M. Coetzee, Vergogna)

    ETA' ADULTA

    Questa tappa della vita si estende dalla fine dell'adolescenza (18-20 anni) ai 65 anni circa e presenta delle modificazioni fisiche e sociali di particolare importanza e soprattutto trasformazioni psicologiche che si realizzano in tutto l'arco di questa fase della vita.


    Dalla prima età adulta, dai 20 anni circa ai 40-45 anni, rappresenta il periodo di grandi scelte e di importanti cambiamenti a livello sociale come sposarsi, diventare genitori, a livello affettivo maturando la capacità di stabilità nelle relazioni affettive come anche sul piano professionale ed economico. A partire dalla prima età adulta pertanto si inizia a costruire un progetto di vita verso cui si tende, ad intraprendere un'attività lavorativa o un percorso di studi universitario a creare relazioni amicali importanti reciproche o intime che portano al matrimonio e alla formazione di una famiglia. La famiglia, il lavoro, le relazioni affettive costruite, contribuiscono alla costruzione di senso della propria identità. Il secondo stadio dell’età adulta, dai 40-45 ai 65 anni, è una fase della vita in cui molto dipende dalle esperienze che si sono fatte, dalle caratteristiche psicologiche soggettive, dal lavoro svolto, dall’ambiente fisico e socio culturale in cui si vive.
    Molte sono le difficoltà, i disagi psicologici che possono essere sperimentati in relazione ai vari cambiamenti e trasformazioni che dalla prima età adulta al secondo stadio dell'età adulta possono insorgere. Di seguito alcune delle esperienze che possono essere alla base di disagi e disturbi psicologici:
    l'attuale momento storico in cui la grande crisi economica ed il problema dell'occupazione rendono difficile l'elaborazione di un progetto futuro. La precarietà e l'incertezza lavorativa, sociale ed economica possono contribuire ad una elaborazione non positiva dell'immagine di Sé e la possibilità di realizzare rapporti affettivi mediante un progetto di convivenza o matrimonio o rendere problematica la vita familiare;
    il divorzio, in tutte le fasce d’età, rappresenta la rottura di un nucleo familiare ed è un processo complesso da affrontare, risulta essere tra gli eventi più stressanti, dopo la morte del coniuge. Richiede un grande sforzo di adattamento ed espone al rischio di depressione poiché implica una revisione della propria identità personale oltre che dell’immagine sociale;
    la nascita di un figlio, affrontare responsabilmente il desiderio di avere un figlio e poi dedicarsi alla sua formazione significa per i genitori creare un profondo rapporto emotivo con il partner e con il proprio figlio. Diventare genitori è un passaggio psicologicamente delicato, durante l’attesa si formano "rappresentazioni genitoriali" (fantasie e aspettative sul proprio ruolo di genitore), che condizioneranno il tipo di accudimento dei bisogni fisici, affettivi, cognitivi e sociali che saranno prestati al bambino. La capacità delle coppie di gestire la transizione verso la condizione di genitori varia a seconda di numerosi fattori: età e maturità dei genitori, relazione con i rispettivi genitori, sostegno sociale e livello di soddisfazione coniugale prima dell'arrivo del figlio;
    trasferimenti, perdite di persone importanti, anche la morte di importanti figure amicali può rappresentare un evento traumatico da superare. Per continuare ad affrontare adeguatamente i compiti della vita quotidiana, malattie improvvise, cambiamenti fisici, problemi lavorativi;
    "Sindrome del nido vuoto", nel corso del secondo stadio dell'età adulta, la famiglia tende a cambiare, i figli escono di casa per andare a vivere per conto proprio. La madre e il padre possono vivere uno stato di disagio e depressione derivante dal senso di perdita del proprio ruolo genitoriale. Il modo in cui i genitori reagiscono alla separazione dei figli dipende dal tipo di rapporto sviluppato precedentemente nel sistema familiare. La madre ed il padre rimasti soli devono a questo punto "ristrutturare" il loro rapporto e a volte ciò può comportare la nascita di conflitti e incomprensioni. Il "nido vuoto" può anche essere causato dalla morte del coniuge o dei figli, gli esiti di questi eventi dipenderanno dalla capacità di adattamento delle persone e da molte variabili ambientali;
    l'adulto nell'età compresa tra i 40 e i 60 anni vive il ruolo di genitore e figlio di genitori spesso anziani, trovandosi sovraccaricato di notevoli responsabilità e impegni. Il carico di impegno emotivo e relazionale dipende ovviamente dalle situazioni, ma sicuramente investe profondamente la persona che deve far fronte spesso a situazioni conflittuali e complesse;

    Nel mio studio di Psicologia e Psicoterapia mi occupo della diagnosi, cura e trattamento Psicoterapeutico di:

    Disturbi della sfera ansiosa: ansia, fobie, attacchi di panico, stress;
    Disturbi legati alla bassa autostima, senso di vuoto, solitudine, paura di vivere;
    Disturbi dell’umore: depressione, ciclotimia;
    Disturbi del comportamento alimentare: anoressia, bulimia, obesità, disordini alimentari;
    Disturbi ossessivo-compulsivi;
    Disturbi della sfera sessuale;
    Disturbi del ciclo sonno veglia: difficoltà nell'addormentamento, paure notturne, risvegli frequenti, insonnia;
    Disturbi psicosomatici: ulcere, coliche, cefalee, alopecia, sindrome del colon irritabile, sindrome da fatica cronica;
    Disturbi relazionali;
    Dipendenza affettiva;
    Dipendenza da sostanze psicoattive e dal gioco d’azzardo patologico;
    Disturbi Ipocondriaci;
    Disturbi di personalità.

    PER APPUNTAMENTO : 3384314536 | EMAIL : cappello.giovanna@libero.it